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XXXVII Stagione Musica nel Mendrisiotto – SVIZZERA

DOMENICA 15 FEBBRAIO ore 10:30

MENDRISO Sala Musica nel Mendrisiotto

presso Museo d’Arte di Mendrisio

mendrisio

 

PAGINE DI GUERRA

PIANO X2

Alessandro Calcagnile e Rossella Spinosa, pianoforte a quattro mani

Musiche di A. Casella e I. Strawinski

 

Esattamente 100 anni fa Alfredo Casella, a seguito di alcune visioni cinematografiche della guerra, scriveva Pagine di Guerra, opere strumentali per pianoforte a 4 mani. I titoli evocativi non lasciano spazio a dubbi interpretativi di un uomo, ancor prima che artista, scioccato dalla realtà di una guerra che si protraeva da molti mesi e che si rilevava sempre più cruenta e globale, come descritto dallo stesso autore: “Sfilata di artiglieria pesante tedesca: rombo di enormi trattrici a motore, vortice di tozze, blindate ruote; mostruosità sapiente e matematica di obici colossali, avanzanti come pachidermi verso nuove distruzioni. Davanti alle rovine della cattedrale dì Reims: portali mutilati, statue pie infrante; sopravvivenza, nelle grandi linee, della simmetria paziente ed ingenua dello stile gotico. Carica di cavalleria co- sacca: violenza barbarica e frenetica, al ritmo di galoppo dei grandi cavalli asiatici e dei loro terribili cavalieri. Croci di legno… piccolo cimitero fiorito in aprile; voce sul lontano risuonare di corno eroico, di tutti i morti per la libertà e per la gloria. I movimenti I e III evocano il lato dinamico, brutale e scientifico allo stesso tempo della guerra moderna, i movimenti II e IV sintetizzano invece la pietà universale, in presenza della morte, sia di opere d’arte (n. II), sia di uomini (n. IV). Sono impressioni ma non impressionismo: mirano a un’arte essenzialmente sin- tetica, tutta preoccupata di saldezza architettonica e ritmica e di lirismo fermo e severo.” Appena due anni prima, in un’europa sorda alle avvisaglie nefaste e che sembra non intuire il cataclisma in cui sta precipitando, vi è un avvenimento artistico che segnerà una chiave di volta per la concezione stessa della musica: la prima rappresentazione della Sagra della Primavera di Igor Stravinskij, passata alla storia per lo scandalo che rappresentò, così descritta dall’autore: “Queste manifestazioni”, ricorda il compositore nelle Cronache della mia vita riferendosi alla reazione del pubblico presente in sala, “dapprima isolate, divennero presto generali e, suscitando d’altra parte delle opposte manifestazioni, produssero in breve un chiasso infernale. Durante tutta la rappresentazione rimasi tra le quinte, a fianco di Nijinskij. Questi stava in piedi su una sedia e gridava a squarcia- gola ai ballerini: “Sedici, diciassette, diciotto…” (si servivano di un conteggio convenzionale per segnare le battute). Naturalmente i poveri ballerini non sentivano niente a causa del tumulto della sala e del loro calpestio. Io ero costretto a tenere per il vestito Nijinskij, fuori di sé dalla rabbia e in procinto di balzare in scena, da un momento all’altro, per fare uno scandalo. Djagilev, per far cessare il fracasso, dava ordini agli elettricisti, ora di accendere, ora di spegnere la luce nella sala. È tutto ciò che ricordo di quella ‘prima’.” una musica che è commistione di artificio e natura, mitologia e folklore, simmetria e asimmetria, pulsione vitale e istinto di morte, dinamicità e staticità; insita di una forza allo stesso tempo creatrice e distruttrice, quasi ad evocare quello che pochi mesi più tardi avrebbe sconvolto l’umanità intera.